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Si conclude il Progetto LIFE Blue Lakes: Microplastiche nel 98% dei campioni raccolti

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Buste di plastica, fuorilegge dal 2011 ma ancora presenti nei nostri laghi. 

Cosmetici, imballaggi, abbigliamento e pneumatici tra i principali responsabili dell’inquinamento da plastica  

 

Ma ieri la Commissione europea ha approvato importanti restrizioni per cosmetici e materiali per impianti sportivi 

 

Il 98% dei campioni raccolti nei laghi
di Bracciano, Trasimeno e Piediluco contiene microplastiche.
Esaminati anche depuratori e impianti di potabilizzazione.

Definiti per la prima volta protocolli di monitoraggio
per il controllo delle risorse idriche. 

Oggi a Roma la conferenza per presentare i risultati di LIFE Blue Lakes, il progetto finanziato dalla Commissione Europea che ha coinvolto Italia e Germania con l’obiettivo di prevenire e ridurre le microplastiche nei laghi. 

 

QUI le foto, QUI i video

QUI le Carte dei Laghi e il Manifesto per comuni, operatori turistici, associazioni e aziende

Le microplastiche sono ovunque, ma è molto difficile quantificare la presenza di questo inquinante emergente, generato dalle attività umane e impossibile da rimuovere completamente che rappresenta un crescente problema ambientale nelle acque interne italiane. Presenti nel 98% dei campioni raccolti nei laghi di Bracciano, Trasimeno e Piediluco, sono circa 9.000 le particelle di materiale plastico inferiori ai 5 millimetri, analizzate negli ultimi due anni di Life Blue Lakes, progetto cofinanziato dal programma LIFE e coordinato da Legambiente. Il monitoraggio è avvenuto con gli strumenti e le metodologie definite dai protocolli scientifici sperimentati nell’ambito del progetto. Principalmente sono stati trovati frammenti di polietilene, che dalle caratterizzazioni chimico-fisiche sono risultati riconducibili alle vecchie buste di plastica, fuorilegge da diversi anni ma che ancora galleggiano nelle nostre acque.

Microplastiche quantificate e analizzate anche in tre impianti di potabilizzazione e due di depurazione sui laghi di Garda e Castreccioni, in provincia di Macerata. Qui viene trattenuto dal 30 al 90% di microplastiche, costituite principalmente da frammenti e fibre in poliestere e polipropilene (usato per l’abbigliamento tecnico e sportivo). Ma se si considera che un solo lavaggio in lavatrice può rilasciare fino a un milione di microfibre, capirne il destino può avere un impatto considerevole sulla qualità delle acque, sull’ambiente e sulla salute.

Questi dati derivano dagli ultimi due anni di monitoraggi, realizzati nell’ambito di LIFE Blue Lakes per definire protocolli di campionamento ed analisi delle microplastiche nei laghi e negli impianti di potabilizzazione e di depurazione delle acque reflue: un primo obiettivo raggiunto, anticipando il lavoro previsto dalle novità normative europee che definiscono lo stato di salute delle acque interne, marine e destinate al consumo umano.

Avviato nel 2019 Life Blue Lakes è nato dalla consapevolezza che la maggior parte delle ricerche si concentra da diversi anni sugli impatti delle plastiche negli ecosistemi marini mettendo in ombra il ruolo delle acque dolci, in particolare dei laghi importanti riserve idropotabili ma anche grandi ricettori di microplastiche ed inquinanti in generale.

Il partenariato guidato da Legambiente e completato dall’Autorità di Bacino Distrettuale dell’Appennino Centrale, da ARPA Umbria (Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale), l’ENEA (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile), l’Università Politecnica delle Marche, Global Nature Fund e La Fondazione Lago di Costanza, ha indirizzato tante altre azioni a differenti categorie di stakeholder italiane e tedesche, i cui risultati sono stati presentati nel corso della conferenza di oggi presso la sede della Società Geografica Italiana a Roma.

Sulle aree pilota dei laghi di Garda, Bracciano, Trasimeno e Piediluco in Italia, Costanza e Chiemsee in Germania, più di 200 soggetti tra comuni, operatori turistici, associazioni e aziende sono stati coinvolti in percorsi partecipativi che hanno portato alla redazione delle Carte dei Laghi e di un Manifesto. Adottando questi documenti, 40 comuni e circa 80 soggetti tra autorità regionali, aziende, operatori turistici e associazioni si sono assunti impegni volontari per contribuire alla riduzione dei rifiuti di plastica: dal potenziamento della raccolta differenziata, alla manutenzione delle sponde lacustri, passando per l’educazione ambientale fino a investimenti e interventi di miglioramento degli impianti di trattamento delle acque.

Una campagna di advocacy per le aziende europee di cosmetici, abbigliamento outdoor e pneumatici – appartenenti ai settori commerciali maggiormente responsabili della contaminazione da microplastiche – ha guidato 20 aziende europee alla firma di un protocollo d’intesa per una produzione più sostenibile. L’industria più reattiva è stata quella dell’abbigliamento outdoor mentre l’industria cosmetica si è dimostrata piuttosto inattiva e riluttante perché in attesa dello sviluppo di un quadro giuridico definitivo da parte dell’ECHA, l’Agenzia europea per le sostanze chimiche.

Proprio l’ECHA stima che l’utilizzo complessivo annuo di microplastiche – solo quelle intenzionalmente aggiunte ai prodotti – tra Unione Europea e Spazio Economico Europeo, ammonta a circa 145 000 tonnellate. E nonostante sia riconosciuta la pervasività del fenomeno, alcuni settori industriali ancora oppongono resistenza.

Per rafforzare i processi di governance dei principali attori istituzionali italiani responsabili a vario titolo della gestione delle acque e affrontare a livello normativo il problema delle microplastiche nelle acque interne, è stato redatto e condiviso il Libro Bianco dei Laghi, uno strumento che ora è a disposizione di istituzioni e decisori politici per rendere da subito operative le soluzioni e le proposte d’intervento nei diversi settori interessati dal fenomeno.

Intervenendo alla conferenza finale, Giorgio Zampettidirettore generale di Legambiente, ha ricordato che: “Sebbene la ricerca sulle microplastiche nelle acque interne si sia ampliata negli ultimi anni, molto resta ancora da comprendere sulle dinamiche di distribuzione delle microplastiche in questi ambienti e a livello di bacino. È fondamentale che i responsabili politici diano priorità all’ulteriore progresso dello stato della ricerca, inserendo le microplastiche tra i parametri di monitoraggio previsti dalla normativa a livello europeo e nazionale e sostenendo la standardizzazione dei metodi di misurazione e la cooperazione internazionale e interdisciplinare. Solo così potremo prevenire la diffusione delle microplastiche negli ecosistemi lacustri e fluviali.

È quindi una importante notizia l’adozione da parte dell’UE di misure per limitare l’inquinamento da microplastiche nell’ambiente, perché le tecnologie e gli strumenti esistenti ci consentono di lavorare sulla prevenzione e fermare subito la contaminazione di microplastiche nell’ambiente”.

Di gestione della risorsa idrica, impianti, normativa e sfide, soluzioni per limitare la contaminazione da microplastiche nelle acque hanno parlato i numerosi ospiti della conferenza introdotta dal direttore di Legambiente Giorgio Zampetti, tra i quali: Federico De Filippi (Project Advisor CINEA – Commissione Europea), Elisa Scocchera (Legambiente), Dimitri Vedel (Fondazione Lago di Costanza – Germania), Patrizia Menegoni e Maria Sighicelli (ENEA), Valentina Della Bella (Arpa Umbria), Anna Laura Eusebi e Lucia Pittura (Università Politecnica delle Marche), Udo Gattenlöhner (Global Nature Fund – Germania)Leonardo Gatta e Manuela Ruisi (ABDAC, Autorità di bacino distrettuale dell’Appennino centrale). La tavola rotonda moderata dal giornalista Enrico Fontana ha visto la partecipazione di Tania Tellini (coordinatrice Settore Acqua Utilitalia), Giuseppe Bortone (presidente di AssoArpa direttore generale Arpa Emilia-Romagna), Luca Lucentini (direttore del centro nazionale per la sicurezza delle acque, ISS), Marco Casini (Segretario Generale Autorità di bacino distrettuale dell’Appennino centrale), Francesco Fatone (International Water Association Fellow, Water Europe Ambassador), Paolo Stranieri, (Coordinatore Tecnico Scientifico e Progetti Arpa Umbria), Giorgio Zampetti (direttore generale Legambiente).

Nel pomeriggio, i lavori continuano con l’evento internazionale volto a costituire l’Associazione Europea che dia potere alle organizzazioni della società civile per migliorare e sostenere la protezione e l’uso sostenibile degli ecosistemi acquatici e della loro biodiversità. Ad ELLA, European Living Lakes Association, aderisce anche Legambiente.

Focus sui laghi italiani. I laghi di Bracciano, Trasimeno e Piediluco sono stati il laboratorio per lo sviluppo di protocollo di monitoraggio stagionale delle microplastiche nei laghi: ancora non esistono metodologie standardizzate e normate per campionamento ed analisi delle microplastiche nelle acque interne, questo è stato un primo e importante passo proprio verso questo obiettivo*. Per testare la metodologia di monitoraggio il team di ricercatori di ENEA, Arpa Umbria e Legambiente ha testato il protocollo anche in altri laghi, con caratteristiche geomorfologiche differenti: Lago d’Orta, (subalpino) e Lago di Ridracoli (bacino artificiale), arrivando ad includere il lago di Piediluco, in Umbria, nelle aree di progetto. In particolare, le attività effettuate sul lago d’Orta, hanno dato l’impulso per la creazione di un osservatorio permanente sulla qualità delle acque del lago. Sono in programma campagne di monitoraggio anche al Lago di Scanno (montano) e di Cavazzo (carsico).    

Per diffondere il protocollo e trasferire le conoscenze acquisite agli enti che avranno il compito di monitorare questi inquinanti emergenti, è stato potenziato un network attraverso seminari e workshop. L’attività di networking si è concretizzata in seminari tecnici formativi per la condivisione delle conoscenze acquisite e ha raggiunto più di 100 tecnici e referenti degli enti competenti.

Il lago di Garda e quello di Castreccioni sono stati, invece, i prescelti per lo studio di un protocollo tecnico di monitoraggio delle microplastiche in impianti di depurazione delle acque reflue e in quelli di potabilizzazione, portato avanti dall’Università Politecnica delle Marche. Questi laghi sono stati prescelti per la presenza di impianti caratterizzati da diverse configurazioni di unità e processi di trattamento, utili per lo sviluppo di un protocollo applicabile ovunque. Anche in questo caso sono stati fatti dei seminari e dei workshop per formare i tecnici su questa nuova tipologia di inquinanti, sugli impatti e le conseguenze che porta e sul protocollo tecnico sviluppato.

DOWNLOAD DATI E PROTOCOLLO DI MONITORAGGIO. ELABORAZIONI ENEA

La campagna di sensibilizzazione per le comunità locali, le scuole e i turisti. Con il percorso educativo “Blue Lakes a Scuola” sono state coinvolte 57 classi composte da circa 1200 studenti e 60 docenti. Lezioni in aula, incontri con i referenti di progetto, attività laboratoriali, hanno portato alla realizzazione di prodotti audiovisivi che raccontano l’inquinamento da microplastiche e trovano soluzioni fantasiose come solo tra i banchi di scuola può succedere.

Tra le attività di coinvolgimento dei cittadini ci sono stati gli eventi estivi dedicati a residenti e turisti sulle aree pilota chiamati Lakes Day e promossi dai LIFE Blue Lakes Ambassador, giovani volontari animatori di attività e della campagna informativa. E infine il Road show che nell’ultima estate di progetto ha promosso lo spettacolo teatrale Monday, il laboratorio Dispersi, un talk show e attività di animazione territoriale come beach litter, aperitivi scientifici ed escursioni in 20 tappe che hanno toccato 8 regioni italiane e località lacustri.

 

*La Direttiva UE 2020/2184 dedicata alle acque destinate al consumo umano, prevede infatti di considerare le microplastiche tra i nuovi inquinanti da monitorare e controllare, con la richiesta di armonizzazione dei metodi di analisi entro il 12 gennaio 2024 e anche la revisione della Direttiva sulle acque reflue (Direttiva 91/271/CEE) ancora in corso, includerà le microplastiche tra i nuovi inquinanti da tenere sotto controllo, dopo la messa a punto di una metodologia per il loro monitoraggio. Decisioni che arrivano dopo diversi anni da quando nel 2016 Legambiente ed Enea iniziarono il monitoraggio nelle acque interne con lo scopo di far capire che il problema non riguarda solo il mare e che la ricerca nelle acque interne è stata a lungo ostacolata dalla mancanza di metodi di campionamento standardizzati impedendo un confronto diretto tra i diversi studi e aree indagate: quantificare le dimensioni del fenomeno per poter iniziare a parlare di azioni di prevenzione anche in questi ambienti. 

 

 Tutti i numeri di LIFE Blue Lakes: • 5 Carte dei Laghi realizzate attraverso altrettanti percorsi partecipati • 13 i comuni italiani che le hanno sottoscritte •  65 altri stakeholder che le hanno adottate •  1 Manifesto dei laghi •  27 comuni italiani che lo hanno sottoscritto • 250 stakeholder coinvolti nel percorso partecipativo •  50 aziende tedesche e internazionali raggiunte attraverso le attività di informazione e sensibilizzazione • 20 aziende europee coinvolte nella campagna di advocacy • 4 aziende tedesche dell’industria tessile e cosmetica che hanno firmato un protocollo d’intesa e di impegno volontario • 300professionisti e tecnici formati attraverso i seminari per l’applicazione dei protocolli di monitoraggio • 1300 insegnanti e alunni coinvolti nelle attività didattiche • 1800 partecipanti ai Lakes Days e alle conferenze • 5 eventi internazionali realizzati • 5 LIFE Blue Lakes Ambassador nominati durante le attività di progetto • 8 regioni italiane coinvolte nel roadshow • 20 tappe di eventi artistici, scientifici e animazione territoriale in Italia • 13 repliche dello spettacolo teatrale Monday • 1000 spettatori che hanno assistito allo spettacolo • 22 progetti coinvolti in attività di networking • 700 articoli pubblicati su quotidiani, riviste e web con citazione al progetto • 5 milioni di persone raggiunte attraverso attività di media relations • Oltre 62 mila persone raggiunte attraverso siti web e social media di progetto.

Indagini e report realizzati: • Report sulle buone pratiche • Schede informative per tre settori di attività • Mostra online per le aziende • Carte dei laghi • Manifesto dei laghi • Protocollo tecnico di monitoraggio per le acque e i sedimenti lacustri • Protocollo tecnico di monitoraggio per gli impianti di depurazione e potabilizzazione • Kit didattico per scuole primarie e secondarie • Libro Bianco dei laghi • Manuale di replicabilità • Indagine sull’impatto socioeconomico.

Ufficio stampa LIFE Blue Lakes

Brigida Stanziola

info@lifebluelakes.eu 

DICHIARAZIONI DEI PARTNER DI LIFE BLUE LAKES

Maria Sighicelli, ENEA – Agenzia azionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile.
“L’attività triennale del monitoraggio Blue Lakes eseguito in ciascuna delle diverse stagioni in condivisione con le ARPA del protocollo standard ha reso possibile armonizzare e ampliare, per la prima volta in Italia, la raccolta di dati sulla presenza e dinamica di questo microinquinante in bacini lacustri molto differenti tra loro-dichiara Maria Sighicelli del Dipartimento sostenibilità dei sistemi produttivi e territoriali ENEA. L’analisi dei dati conferma la specificità del fenomeno di diffusione di queste particelle e contemporaneamente la necessità di elaborare un indice multimetrico per la valutazione e gestione del ciclo delle microplastiche all’interno di ogni bacino lacustre e nella complessa dinamica terra-mare”.

Paolo Stranieri, ARPA Umbria – Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale.
“Arpa Umbria ha partecipato al progetto per l’implementazione delle proprie attività di monitoraggio delle microplastiche nei laghi, e per la condivisione di tali attività con il sistema delle Agenzie Regionali e Provinciali di Protezione Ambientale, al fine di armonizzare le metodologie di campionamento e analisi. Lo sviluppo di programmi di monitoraggio di microplastiche nelle acque interne contribuirà inoltre a migliorare il quadro legislativo, in modo che tale monitoraggio diventi una priorità nelle attività agenziali in campo ambientale a livello nazionale”.

Maria Grazia Chieti, Lucia Pittura, Melissa Orsini, Veronica Vivani, Anna Laura Eusebi, Stefania Gorbi, Francesco Fatone, Università Politecnica delle Marche.
“Anche se i comuni impianti di depurazione e i potabilizzatori non sono specificamente progettati per la rimozione delle microplastiche, le unità attuali sono già in grado di trattenere la maggior parte di queste particelle dai flussi idrici. Tuttavia, le percentuali di rimozione raggiungibili, la quantità di microplastiche e di microfibre presenti e le loro diverse forme e tipologie chimiche sono fortemente variabili in base alle caratteristiche specifiche del sito e della rete analizzata. In questo senso, monitorare, seguendo protocolli di campionamento e analisi normalizzati e condivisi, è una delle principali necessità, perseguita nell’ambito del progetto Blue Lakes. Solo quantificando nel modo corretto è infatti possibile, nel lungo periodo, acquisire un numero rappresentativo di dati, ad oggi del tutto incompleti, al fine non solo di sviluppare le migliori soluzioni tecnologiche di rimozione, ma anche di supportare approcci corretti di quantificazione e di eventuale valutazione dei rischi associati”.

Udo Gattenlöhner, Global Nature Fund.
LIFE Blue Lakes mira a sensibilizzare l’opinione pubblica sul valore e l’importanza dei nostri corpi idrici e dei loro servizi ecosistemici, evidenziando i rischi che i micro e nanocontaminanti possono rappresentare per i corpi idrici e i loro gruppi di utenti. Le attuali influenze antropiche, come il riscaldamento del clima, l’alterazione dei cicli dei nutrienti, i neobiota e altri effetti, avranno un impatto sempre più negativo sui nostri ecosistemi acquatici terrestri. È quindi importante minimizzare il più possibile gli impatti negativi sui laghi e sviluppare strategie di adattamento adeguate per aumentare la resilienza dei nostri preziosi corpi idrici e dei loro importanti servizi ecosistemici. A tal fine, è anche necessario convincere l’industria, la politica e le autorità dell’urgenza di una migliore gestione delle acque.

Dimitri Vedel, Lake Constance Foundation.
“Blue Lakes mostra l’importanza del ruolo dei comuni che possono essere un buon esempio per i cittadini e possono dimostrare cosa si può fare prima che i residui di plastica entrino nei corpi idrici e diano inizio alla contaminazione da microplastiche. La Carta del Lago spiega il problema e sviluppa le strategie che le città delle aree lacustri possono adottare su diverse scale. Iniziando con campagne di sensibilizzazione per informare i cittadini o utilizzando il protocollo elaborato per le microplastiche negli impianti di trattamento delle acque reflue, i comuni stabiliscono le proprie strategie per affrontare la minaccia. Il progetto è stato un inizio positivo e ha offerto molto supporto, ma i comuni hanno ora la responsabilità di continuare a impegnarsi per evitare le microplastiche nei laghi”.

Marco Casini e Leonardo Gatta, ABDAC – Autorità di bacino Distrettuale dell’Appennino Centrale.
“L’Autorità, insieme a tutti i partner coinvolti nel progetto LIFE Blue Lakes, è fermamente impegnata nell’attuare azioni concrete per affrontare la problematica delle microplastiche e garantire la tutela delle acque superficiali e sotterranee dall’inquinamento. Il nostro obiettivo è ora quello di mettere in atto con la massima urgenza, in linea con l’attuale implementazione delle normative europee, le azioni di monitoraggio ambientale testate nel Progetto, e di portare avanti le azioni di prevenzione e di mitigazione necessarie per affrontare al meglio questo fenomeno di inquinamento sempre più diffuso”, dichiara il Segretario generale dell’Autorità di Bacino Distrettuale dell’Appennino Centrale, Marco Casini, a cui si aggiunge il Dirigente del Settore Pianificazione Risorse Idriche e Risorsa Suolo e Project Manager ABDAC del Progetto Blue Lakes, Leonardo Gatta: “Il Libro Bianco dei Laghi è il prodotto di sintesi degli ottimi risultati raggiunti dall’Autorità di bacino insieme agli altri partner di progetto e rappresenta la condivisione di intenti della governance di gestione delle risorse idriche per dare applicazione alle attività sperimentate dal progetto”.