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La Goletta dei laghi di Legambiente e il campionamento di microplastiche

Goletta dei Laghi è la campagna itinerante di monitoraggio e informazione sullo stato di salute degli ecosistemi lacustri che Legambiente porta avanti da oltre 10 anni, in Italia. Il fine della campagna è quello di mettere in evidenza le criticità e le problematiche che riguardano i nostri laghi, per poi promuovere esempi virtuosi di gestione sostenibile, coinvolgendo i circoli territoriali, i comitati e le amministrazioni locali. Ogni anno il tour di alcuni laghi italiani, della durata di un mese, vede protagonista un equipaggio impegnato su un ampio fronte di monitoraggio scientifico ed indagine territoriale alla ricerca delle criticità che investono i nostri laghi.

Dal 2016, grazie alla collaborazione con ENEA (l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile), il fronte di indagine è stato allargato anche alle microplastiche, ossia le particelle di plastica con dimensione inferiore ai 5 millimetri. Le microplastiche sono sempre più presenti negli ecosistemi marini e terrestri, si tratta di un inquinamento di difficile quantificazione e impossibile da rimuovere totalmente. Diventa quindi necessario lo studio della loro presenza e identificazione per la conoscenza del fenomeno di diffusione nell’ambiente. Lo studio effettuato da Legambiente ed Enea sulle microplastiche nei laghi italiani rappresenta, in tal senso, un monitoraggio unico ed ha permesso di ottenere un significativo database relativo al fenomeno delle microplastiche disperse nelle acque dei laghi.

Dal 2017 è stato deciso di allargare il fronte d’indagine ai principali corsi immissari ed emissari dei bacini, aggiungendo così un altro elemento per una mappatura dettagliata del microlitter nei bacini italiani, utile per approfondire ulteriormente lo studio sulla dinamica delle microplastiche nelle acque interne. Individuare le fonti di immissione di questo inquinamento, il contributo che i laghi portano nei sistemi idrici a valle e il contributo degli impianti di depurazione è stato di fondamentale importanza per capire come e dove poter intervenire. I depuratori, in particolare, ricevono tutto ciò che proviene direttamente dalle abitazioni, incluse le microplastiche primarie contenute nei cosmetici (stimato fino a 94mila particelle ogni singolo uso) e gli scarichi delle lavatrici, responsabili secondo alcuni studi, del rilascio di oltre 700mila fibre ad ogni lavaggio.

Un’altra delle maggiori sorgenti di produzione delle microplastiche è la disgregazione dei rifiuti, soprattutto plastica e rifiuti urbani, che a causa di una non corretta gestione da parte delle amministrazioni oltre all’abbandono, arrivano sulle sponde o direttamente in acqua.