La plastic tax può aspettare?
Il Consiglio dei Ministri ha approvato il recente Decreto Rilancio inserendo il rinvio al 1° gennaio 2021 della plastic tax, ovvero la tassa sugli articoli monouso in plastica.
La plastic tax era stata pensata per essere applicata a tutti quegli oggetti realizzati con l’impiego, anche parziale, di materie plastiche, costituite da polimeri organici di origine sintetica, progettati e realizzati per avere un singolo utilizzo, da cui il nome di manufatti con singolo impiego o MACSI.
Introdotta con la legge 27 dicembre 2019, l’imposta era originariamente stata fissata a 1,00 euro al kg. La versione finale della norma prevedeva invece che l’imposta fosse pari a 0,45 euro per chilogrammo di materia plastica contenuta nei MACSI, ad eccezione di quelli prodotti con bioplastiche compostabili o con materiali riciclati, oltre a dispositivi medici e packaging farmaceutici o medicali. L’imposta mirava a disincentivare l’utilizzo di prodotti monouso (imballaggi, contenitori, ecc.) contenenti plastica e la dispersione di tali prodotti nell’ambiente inserendosi nel solco tracciato dall’Unione Europea a sostegno dell’ambiente.
Il costo stimato per l’erario italiano del rinvio al 2021 dell’imposta, particolarmente sgradita agli imprenditori del settore packaging e bevande, in termini di minor gettito, è stato stimato in 140 milioni di euro.